PROGETTO TERRITORIO EUROPA: LABORATORIO DI RELAZIONI E SVILUPPO
Il bilancio di tre anni di lavoro è positivo in termini di relazioni, partecipazione, integrazione con le politiche pubbliche
Il progetto Territorio Europa ha compiuto tre anni ed è ora di valutazioni e bilanci. Per questo è stata affidata una valutazione ad un ente esterno, la cooperativa Social Hub, specializzata nella valutazione di progetti sociali.
IL PROGETTO. Territorio Europa è nato come progetto triennale che aveva come obiettivo principale quello di incrementare l’accesso del volontariato laziale alle risorse della nuova programmazione dell’UE, ma soprattutto di creare luoghi in cui condividere visioni, metodologie e prassi per lo sviluppo locale.
Il progetto è stato subito accolto con interesse, e nel 2016 sono stati firmati gli Accordi di Rete locali di 166 Enti, per la maggior parte organizzazioni di volontariato (oltre l’80%), ma anche altri soggetti del Terzo settore e alcuni Enti pubblici, mentre con altri soggetti pubblici sono stati attivati specifici protocolli di intesa, come per esempio con alcuni comuni dei Castelli Romani e a Frosinone. Queste forme di collaborazione formali si sono sviluppate anche negli anni successivi con l’attivazione, ad esempio, di specifici accordi con oltre 30 scuole medie e superiori. Attualmente aderiscono agli Accordi di Rete più di 200 organizzazioni.
All’interno del progetto si sono sviluppati i Laboratori TEU (Territorio Europa): luoghi di incontro fisso, con incontri almeno mensili per attività di aggiornamento e formazione.
Fra la fine del 2015 e l’ottobre del 2018 sono stati presentati 63 progetti, di cui 29 approvati (il 44%) per un totale di quasi 5milioni e duecentomila euro (un risultato interessante, tanto più che più del 20% di quelli presentati devono essere ancora giudicati). La maggior parte dei progetti sono stati presentati dal Laboratorio di Frosinone (23) e da quello del Sud Pontino (18).
Nel triennio 2015-2017 negli otto laboratori sono stati realizzati complessivamente 227 incontri, cui hanno partecipato 409 persone. Il 70% dei partecipanti rappresentano organizzazioni di volontariato (43%) e associazioni di promozione sociale (27%), il 7% appartengono ad Enti pubblici, quali Comuni, Distretti socio-sanitari, ASL, scuole.
La maggioranza degli enti (60%) opera nell’ambito dei servizi sociali, con interventi a favore delle diverse categorie vulnerabili e più in generale nel contrasto alla povertà, prevenzione sociale e sanitaria, housing sociale, eccetera. Nella maggioranza dei casi si tratta di realtà piccole, che operano a livello comunale (33%) o intercomunale (23%), con meno di 10 soci attivi (47%) e meno di 5 volontari e/o lavoratori (41%).
Il 49% degli enti che sono entrati nei laboratori ha partecipato alle co-progettazioni in rete, molti di più (69%) sono quelli che hanno partecipato anche agli incontri seminariali e formativi. Metà dei partecipanti ritiene che i laboratori siano stati utili sia all’interno dei propri enti che sul territorio, grazie alla riflessione sul proprio ruolo nello sviluppo locale, alle nuove collaborazioni in rete ed in partenariato e alla co-progettazione.
I RISULTATI. Per la valutazione dei risultati sono state identificate tra aree: l’area della relazionalità, quella della partecipazione, quella dell’integrazione con le politiche pubbliche e quella della sostenibilità futura del progetto.
Il progetto Territorio Europa ha lavorato molto sull’aspetto della relazionalità, promuovendo conoscenza reciproca e cercando di ricomporre interessi comuni, anche tra organizzazioni con forme giuridiche e scopi sociali differenti. Le organizzazioni hanno colto l’importanza di riunirsi in un luogo di confronto e di azione comune aperto, dove si ha il tempo di conoscersi e di uscire dall’autoreferenzialità. È però ancora debole il coinvolgimento di enti profit e di altre organizzazioni (cooperazione sociale e istituti scolastici ad esempio)
Per quanto riguarda la partecipazione, in una prima fase le organizzazioni hanno lavorato insieme per un’analisi condivisa del territorio. Nella fase progettuale, inoltre, i laboratori hanno lavorato sulla costruzione delle condizioni per la progettualità e di metodi per la progettazione partecipata. La consapevolezza della partecipazione al processo di sviluppo locale è abbastanza chiara tra le associazioni partecipanti, anche se in alcune persiste un’idea utilitaristica (la partecipazione a bandi per ottenere finanziamenti).
IL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI. Resta problematico il rapporto con le istituzioni, che sembra più come un traguardo da raggiungere che una realtà. In molti casi le organizzazioni hanno raccontato di istituzioni assenti e prive di capacità propositiva. Talvolta le istituzioni non si sono rese disponibili ad un confronto. Spesso le associazioni avvertono la difficoltà nel vedersi riconosciuti come un soggetto competente e capace di vera progettualità sui territori, anche se ammettono cambiamenti intervenuti nel tempo.
LA SOSTENIBILITÀ FUTURA. Il futuro dei laboratori passa attraverso lo sviluppo
- della dimensione relazionale;
- della progettualità (che vuole dire approfondire, incrementare e concretizzare l’attività di progettazione dei laboratori, attraverso un metodo condiviso e la stabilizzazione del supporto del Cesv come soggetto coordinatore e organizzatore, ma c’è anche chi ha proposto di istituire un’associazione di associazioni che porti avanti il progetto)
- dell’allargamento della rete (coinvolgendo altri soggetti associativi o istituzionali)
GLI STAKEHOLDER. Se questo è quanto emerso dalle associazioni, gli stakeholder interpellati hanno sottolineato altri aspetti del progetto Territorio Europa.
- Il fatto che il TEU è uno spazio elastico, in cui enti di diversa natura si trovano in una relazione paritaria, relativamente alle attività in corso del Laboratorio.
- La necessità di un processo di apprendimento istituzionale (in particolare responsabili di Unità Operative Asl o dei servizi sociali dei Comuni).
- La progettazione come ambito strategico per costruire una relazione diretta con referenti istituzionali e con attori del territorio non appartenenti al Terzo settore. In questo senso i gruppi di progettazione, più che i laboratori, sono gli spazi per costruire partenariati.
- La reputazione di chi tesse i rapporti (quasi sempre gli operatori territoriali di CESV) è fondamentale per la riuscita.
- Le istituzioni apprezzano la possibilità di interagire con il volontariato e il Terzo settore su un piano di analisi dei fenomeni sociali, senza doversi soffermare sugli interessi necessariamente parziali di ogni singolo ente.
- Si riconosce quindi ai Laboratori la capacità di creare legami, mentre rimane un problema il riconoscimento culturale degli enti del Terzo Settore, che non sono considerati come portatori di saperi, visioni, metodologie e strumenti peculiari.
Il rapporto completo, curato da Andrea Volterrani (Università di Tor vergata), Emilio Vergani e Paola Tola (Social Hub), Eleonora Di Maggio (Cesv) è scaricabile qui: Rapporto di ricerca progetto TEU_def.
Scritto da: Redazione